Moda, ‘Siamo in ritardo!’ . Ma ci pensano gli studenti – il Resto del Carlino

Moda, ‘Siamo in ritardo!’ . Ma ci pensano gli studenti – il Resto del Carlino

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"È tardi è tardi è tardi!". Così diceva il coniglio col panciotto, il Bianconiglio insomma, nella scena iniziale di Alice nel paese delle meraviglie. Un linguaggio universale e iconico, quello, che è diventato citazione assoluta capace di parlare a tutte le generazioni. Ecco il titolo perfetto per una produzione di moda responsabile, quel We are late! scelto dalle studentesse e dagli studenti – complessivamente 33 – del Biennio di Fashion Design dell’Accademia di Belle Arti per mandare in passerella domani sera alle 21 abiti pensati in collaborazione con l’associazione Re-use With Love e con Giorgia Palmirani divulgatrice di moda sostenibile, e realizzati da tantissimi capi di seconda mano.

La sfilata, che entra nel programma del Festival del riuso in questi giorni al Baraccano, sarà ospitata in un contesto suggestivo come il chiostro della basilica di San Martino Maggiore, un luogo della città – come afferma Betty Zanelli, responsabile del corso di Fashion Design in Accademia e curatrice della sfilata – che avrebbe bisogno di un importante restauro, per essere restituito alla città e conservato nel tempo". Guarda caso il discorso è un po’ lo stesso che fa la moda in questo momento, quando parla dell’importanza di un atteggiamento anti-spreco, responsabile, virtuoso, che si può applicare a tutto, anche all’architettura, in necessità di conservazione.

Prosegue Zanelli: "We are late!" è una presa di posizione nei confronti di quelle pratiche ambientali e sociali che sono dannose per il nostro mondo. Lo sfruttamento delle risorse, la sovrapproduzione di prodotti tessili, l’accumulo di materiali di scarto e il consumismo dilagante ci obbligano a un ribaltamento delle nostre abitudini, non c’è più tempo!".

Però ecco l’intervento di studentesse e studenti che indica una via speranzosa, attraverso i capi che si vedranno in passerella: cappotti di camoscio ripensati con applicazione fatte di ex capi ritagliati, trasformati, scelti per colori da tantissimi scatoloni arrivati da Re-Use.

E poi ancora bomber arricchiti di pizzi ricavati da t-shirt bianche tagliate e manipolate, corpetti, gonne e abiti da rimaneggiamenti di denim, grande ritorno dell’uncinetto che tesse però filati di tessuti di ogni tipo. Riutilizzare materiali di scarto, adottare pratiche di acquisto consapevole e limitare gli sprechi diventano strumenti per scuotere le coscienze sopite dell’essere umano, al contempo causa e soluzione del problema. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

May 10, 2024 at 05:52AM

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